Chi soffre del disturbo di solito nasconde le proprie preoccupazioni: percepisce i propri pensieri e comportamenti come assurdi e inquietanti e ne prova imbarazzo e vergogna. Espressioni frequenti in chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo sono: “Non capisco perché mi comporto in questo modo”, “Forse sto impazzendo!” o “Se solo le altre persone sapessero che ho questi pensieri mi prenderebbero per folle!”.
In questo caso le ossessioni e le compulsioni implicano il timore ricorrente e modalità di controllo protratte e ripetute, correlati al dubbio di aver dimenticato qualcosa o di aver fatto un errore o danneggiato qualcosa o qualcuno inavvertitamente. Chi soffre di questo tipo di disturbo teme che una propria azione o omissione sia causa di problemi o disgrazie. Esempi di controlli tipici riguardano aver chiuso la porta di casa, il rubinetto del gas o dell’acqua, aver contato bene i soldi o non aver scritto parole blasfeme.
In questo caso si tratta di ossessioni connesse al rischio di contagi o contaminazioni e compulsioni di pulizia.
Le persone che ne soffrono sono ad esempio tormentate dall’insistente preoccupazione che loro stessi o un familiare possa ammalarsi entrando in contatto con qualche invisibile germe o sostanza tossica.
Agenti “contaminanti” comprendono sostanze come urine, sangue, sudore, saponi, solventi e, per generalizzazione, tutti gli oggetti o persone potenzialmente veicolo di queste sostanze. Il contatto con la sostanza temuta è seguita da rituali tesi a neutralizzare la contaminazione (ad esempio rituali di lavaggio ripetuto delle mani, dei vestiti o di oggetti personali).
Il disturbo si manifesta come intolleranza al disordine o all’asimmetria. Libri, fogli, penne, asciugamani, abiti, piatti, devono risultare perfettamente allineati, simmetrici e ordinati secondo una precisa logica (es. dimensione, colore). Quando il paziente percepisce asimmetria o disordine si impegna anche per molte ore a riordinare questi oggetti, fino a quando non li sente “a posto”. Le ossessioni di ordine e simmetria possono riguardare anche il proprio corpo (es. pettinatura dei capelli o abiti).
La persona che ne soffre presenta pensieri superstiziosi portati all’eccesso. L’esito degli accadimenti viene legato alla realizzazione di particolari gesti, alla visione di determinati oggetti e/o colori, al suono di particolari rumori. Per annullare un effetto negativo, la persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo da superstizione eccessiva deve mettere in atto il “rituale adeguato”, adattato in base alla situazione che gli ha provocato lo stato di ansia, e ripeterlo il numero di volte opportuno per evitare qualche disgrazia (ad esempio, fare una preghiera per 3 volte dopo aver visto un’immagine ritenuta negativa).
La persona che soffre di questo tipo di disturbo manifesta pensieri ossessivi riguardanti la realizzazione di situazioni altamente improbabili, ma che gli risulterebbero intollerabili. Il contenuto di tali ossessioni è spesso a sfondo religioso, sociale o sessuale. È il caso di chi è ossessionato dal dubbio e dalla paura di essere o diventare omosessuale o pedofilo o di chi ha il terrore di essere colto da un’aggressività improvvisa e incontrollabile e fare del male a chi gli è vicino. L’episodio ossessivo è spesso seguito da un dialogo interiore rassicurante, che rappresenta un tentativo di soluzione alla sofferenza attivata dall’ossessione.
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