Forgive and forget è un’espressione inglese che significa “perdona e dimentica”. Per quella che è la mia esperienza clinica e professionale questa ingiunzione è piuttosto problematica. Come può una persona dimenticare le esperienze di sofferenza che le sono state provocate dal partner? In particolar modo come può dimenticare se le esperienze dolorose hanno conseguenze durature sulla sua vita? Basta pensare ad esempio al caso in cui un coniuge deve fare i conti con azioni irresponsabili di cui il partner è l’artefice come ad esempio un dissesto finanziario determinato magari da una dipendenza patologica per il gioco d’azzardo. Oppure pensiamo ad un marito o ad una moglie che quotidianamente deve fronteggiare comportamenti problematici e disfunzionali del partner che hanno un effetto diretto e duraturo sulla vita familiare, come ad esempio l’alcolismo.
Anche arrivando ad ammettere per un istante che sia possibile dimenticare, è effettivamente saggio e giusto dimenticare le offese che abbiamo subito? Credo sia perfettamente legittimo porsi questo tipo di domande. Onestamente non mi sembra né saggio né giusto dimenticare, anche perché non fare memoria di quello che è successo apre la strada o quantomeno rende possibile il riproporsi ed il ripetersi di situazioni analoghe a quelle che hanno provocato danni e aperto ferite nella relazione interpersonale.
Sicuramente l’atto del dimenticare ha potenzialmente un valore positivo, nella misura in cui rappresenta una strategia psicologica funzionale per superare conflitti altrimenti insanabili e per impostare su nuove basi, nuove fondamenta una relazione altrimenti deteriorata, senza farsi schiacciare dal peso del passato. Da questa prospettiva possiamo dire che per perdonare sia utile o addirittura necessaria una certa capacità di “dimenticanza”. Nel senso che se il male commesso e subito è costantemente presente nella vita della coppia e viene continuamente evocato e ricordato dal partner offeso, rischia di diventare un pensiero ossessivo dal quale non ci si riesce più a liberare. Rischia di diventare un ostacolo al superamento delle ferite.
Infatti quando una persona riesce a superare una perdita importante, l’evento luttuoso non viene assolutamente dimenticato, il dolore rimane. Quello che cambia, in quel superamento, è la capacità di gestire le emozioni e i ricordi legati alla persona che abbiamo perso in modo tale da non farci travolgere o sopraffare dal suo ricordo. In modo simile, quando realizziamo un perdono autentico e maturo, il passato non viene dimenticato. Il passato viene piuttosto alleggerito e liberato dai suoi aspetti più dolorosi, travolgenti e incontrollabili. Psicologo, psicoterapeuta, sessuologo clinico Dott Marco Lodi - Cento (Ferrara) e Mirandola (Modena)
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