Psicologo, psicoterapeuta e sessuologo a Cento e Mirandola

Mindfulness: facciamo un po' di chiarezza

Ho notato che tra i non addetti ai lavori esiste parecchia confusione rispetto alla Mindfulness. Di che cosa si tratta? Che cosa significa Mindfulness? Oggi infatti la Mindfulness grazie agli importanti benefici che può generare nella qualità di vita delle persone sta andando incontro ad una notevole diffusione, tuttavia a volte si trovano in particolare su internet diverse informazioni fuorvianti che rischiano di amplificare il senso di confusione. L’obiettivo di questo articolo è quindi quello di fare chiarezza e spiegare cosa è e cosa non è la Mindfulness.
Fondamentalmente la Mindfulness è una filosofia di vita, un modo di approcciarsi e vivere la quotidianità.
Questa filosofia nasce in Oriente presso i monaci tibetani ma è stata protocollata in percorsi e criteri ben definiti daJon Kabat-Zinn un medico statunitense fondatore e direttore della Clinica per la riduzione dello stress dell’Università del Massachusetts il quale aveva iniziato negli anni 80 a studiare gli effetti positivi a livello psicofisico derivanti dall’esercizio di questa pratica.

Durante la maggior parte della nostra giornata siamo poco mindfulness, ovvero tendiamo ad essere guidati dal nostro “pilota automatico”. Il pilota automatico è costituito da tutti quegli schemi abituali ed automatizzati che utilizziamo per gestire gli impegni e le azioni della nostra quotidianità. Utilizzando questi schemi siamo più portati a reagire alle situazioni invece di scegliere in modo pieno e consapevole il modo di comportarci e di vivere la realtà. Il pilota automatico ci aiuta a compiere azioni essenziali del quotidiano (ad esempio vestirsi, camminare, salire le scale) senza impegnare tutta la nostra attenzione. Ci aiuta ad acquisire nuove e complesse abilità, come guidare o scrivere al computer.

Una volta appresa, l’abilità inizia a diventare automatica per cui ad esempio può accadere di guidare ma senza ricordare nulla del tragitto. Questa modalità spesso è utile perché consente alla nostra mente di dedicarsi a qualcosa che richiede un’attenzione cosciente. Tuttavia il pilota automatico può diventare un ostacolo, in particolare nel modo in cui elaboriamo le emozioni.

Spesso siamo in grado di riflettere su come ci hanno fatto sentire, o ci fanno sentire ancora, le esperienze passate, e a farne tesoro per quelle future. Il problema è quando ripetiamo i nostri schemi meccanicamente, mettendo in atto le stesse reazioni emotive a situazioni simili, anche se l’ultima volta non era andata proprio nel migliore dei modi. In altre parole in modalità pilota automatico la mente reagisce basandosi sulle esperienze passate e non ci accorgiamo di avere davanti una vasta gamma di possibilità. Tutto questo è particolarmente vero ad esempio nel caso di quelle persone che soffrono di disturbi alimentari o di fame emotiva le quali in preda al pilota automatico, usano il cibo come canale privilegiato per auto-consolarsi, rassicurarsi e controllarsi.

Atteggiamenti fondamentali della Mindfulness

Si tratta di sette principi utili per approcciarsi non solo a questa pratica, ma anche alla vita, con un atteggiamento ed un’apertura mentale che ci aiutano a sviluppare la nostra innata capacità ad accettare le cose così come sono.

1. Non giudizio

Quasi tutto ciò che vediamo o con cui entriamo in contatto viene etichettato o categorizzato dalla nostra mente e reagiamo ad ogni esperienza in termini di ciò che riteniamo essere il suo valore per noi. Così alcune cose, eventi o persone sono classificati “buoni” perché per una ragione o per l’altra ci fanno sentire bene. Altri vengono altrettanto immediatamente classificati “cattivi” perché ci fanno sentire male.il resto viene classificato dalla nostra mente come “neutro” perché ci sembra non abbia una particolare importanza. Se desideriamo arrivare ad una gestione più efficace dello stress, il primo passo è essere consapevoli di questa automatica attività giudicante della nostra mente in modo da vedere i nostri pregiudizi e timori e liberarci della loro tirannia sospendendo il giudizio.

2. Pazienza

La pazienza è una forma di saggezza. Nasce dalla comprensione e accettazione del fatto che le cose hanno un loro naturale tempo di maturazione. Quando viviamo un momento difficile, desideriamo che le cose possano risolversi subito; oppure quando ci apprestiamo ad imparare qualcosa, siamo impazienti di apprendere tutto e subito. In realtà, la nostra mente, il nostro corpo sono naturalmente dotati della capacità di adattamento e di apprendimento e se lo lasciamo fare, naturalmente raggiungerà quegli obiettivi. La pazienza può essere appresa gradualmente con la meditazione mindfulness (“cento volte la mente si allontana dal respiro e cento volte con pazienza la riportiamo indietro”).

3. Mente del principiante

Spesso tendiamo a dare per scontato il quotidiano e perdiamo di vista la straordinarietà dell’ordinario. Per cogliere la ricchezza del momento presente è utile coltivare quella che è stata definita la “mente del principiante” ovvero una mente che è disposta a guardare ogni cosa come se la vedesse per la prima volta. L’apertura della mente del principiante ci permette di restare ricettivi a nuove possibilità e di evitare di cadere nell’atteggiamento di routine, dell’esperto che crede di sapere più di quanto non sappia in effetti. Nessun momento infatti è uguale ad un altro, ciascun momento è unico e contiene possibilità uniche.

4. Fiducia

Pazienza e fiducia sono strettamente connessi. Sviluppare una fiducia di fondo nella nostra esperienza e nelle nostre sensazioni è parte integrante dell’addestramento alla Mindfulness. Mi fido del fatto che un giorno imparerò quella cosa, del fatto che cambierò, che io riuscirò perché la natura mi permette di cambiare, con pazienza ed esercizio.

5. Non cercare risultati

Quasi tutto ciò che facciamo lo facciamo per uno scopo, per ottenere qualcosa o per arrivare da qualche parte. Questo atteggiamento è utile per raggiungere gli obiettivi ma è un ostacolo allo sviluppo della consapevolezza. La consapevolezza richiede semplicemente di fare attenzione a qualsiasi cosa stia succedendo al momento. Se siamo tesi facciamo attenzione alla tensione, se stiamo criticando, osserviamo l’attività della mente giudicante. Se mettiamo da parte il desiderio di ricercare il risultato a tutti i costi, ma ci concentriamo su altri aspetti della nostra vita, del problema che ci affligge, acquisiremo un senso di pace e serenità.

6. Accettazione

Significa vedere le cose così come sono nel momento presente. Se hai mal di testa, accetta che hai mal di testa in questo momento. Se pesi qualche chilo in più di quanto vorresti, accettalo come una descrizione dello stato attuale del tuo corpo. Non serve a nulla posporre il volerti bene e il piacerti a quando avrai il peso che pensi di dover avere. Se non vuoi restare intrappolato in un circolo vizioso, dovrai renderti conto che va bene amarti ora, al peso che hai ora, perché ora è il solo momento in cui puoi amarti. Ogni cambiamento passa in primo luogo attraverso l’accettazione di te stesso così come sei.

7. Lasciare andare

Significa mettere deliberatamente da parte la tendenza della nostra mente ad attaccarsi a certi aspetti della nostra esperienza e a respingerne altri. Lasciamo invece che l’esperienza sia quello che è e osserviamola istante per istante. Il non attaccamento, il lasciar andare, è una forma di accettazione delle cose così come sono adesso. L’esperienza del lasciarsi andare non è un’esperienza strana e sconosciuta: la viviamo ogni sera quando ci addormentiamo. Ci sdraiamo su una superficie morbida, in un luogo tranquillo, spegnamo la luce e lasciamo andare la nostra mente e il nostro corpo. Se non riusciamo a lasciarci andare non riusciamo ad addormentarci.

Mindfulness: pratica formale e informale

Esistono due modalità principali di praticare la Mindfulness e allenare la nostra mente ad essere presente nel qui ed ora:

  • Pratica formale: consiste nel meditare in maniera strutturata almeno una volta al giorno e richiede, pertanto, un allenamento quotidiano. La modalità migliore per iniziare la pratica formale è trovare un oggetto, un gesto verso il quale dirottare la propria attenzione, ad esempio il respiro. Ciò che viene richiesto nella pratica formale mindfulness è rimanere concentrati sul respiro per un periodo di tempo ben definito (in genere 20 minuti);
  • Pratica informale: questa modalità non prevede un momento strutturato ma, al contrario, può essere messa in pratica in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi contesto. Ad esempio puoi decidere di mangiare e assaporare i cibi concentrandoti sui sapori; guardare un paesaggio concentrandoti sulle sensazioni non solo visive ma anche uditive che rimanda.
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Dott. Marco Lodi

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