Alice è una ragazza di 28 anni e nel primo incontro mi racconta che da quando cerca di prendersi dei momenti di autonomia, come ad esempio iscrivendosi ad un corso serale di spagnolo, Giorgio, il suo compagno ha iniziato ad avere comportamenti sempre più aggressivi e possessivi negandole le tenerezze di cui ha tanto bisogno. Alice per gestire la frustrazione e l’insoddisfazione ha iniziato a mangiare in modo compulsivo aumentando di ben 12 kg. nel breve spazio di 4 mesi.
La guardo con attenzione e noto un bel viso dai lineamenti gentili e delicati, la pelle liscia ed i grandi occhi neri pieni di curiosità. Dal collo in giù il suo corpo è accuratamente nascosto sotto un mantello e le sue forme abbondanti si possono solo immaginare. Tuttavia dal momento che Alice non mi parla della sua obesità allora decido di fare altrettanto. In questo modo si creano le basi di una fiducia terapeutica che nel corso di due anni ci porterà a curare l’obesità senza mai parlarne direttamente. Infatti anziché interessarmi alla sua obesità le chiedo di raccontarmi la sua storia di figlia unica di una coppia di genitori uniti in un legame che potrebbe essere definito simbiotico: il padre molto accondiscendente e con importanti problemi di salute e la madre molto attiva e sempre presente. Questo legame simbiotico tra i genitori ha finito per ostacolare tutti i tentativi di autonomia di Alice che è cresciuta saggia e obbediente, soddisfatta di realizzare tutte le aspettative dei genitori: brava a scuola e con amici responsabili.
La prima relazione sentimentale significativa è quella con Giorgio e tra i due i primi rapporti sessuali sono vissuti senza troppi entusiasmi, Alice sente il desiderio e l’eccitazione ma non ha orgasmi. Probabilmente è troppo preoccupata dello stato di salute del padre affetto da grave cardiopatia che infatti due anni dopo morirà. L’inizio del rapporto difficile con il cibo coincide proprio con la rottura di questo equilibrio relazionale. Mangiare serve ad Alice per cercare di compensare la perdita del padre e la crisi relazionale col fidanzato Giorgio anche se queste non sono le uniche motivazioni dell’obesità. Per lei infatti aprire il frigorifero e svuotarlo può essere anche una forma di difesa attiva che le dà la sensazione di avere più controllo sulla realtà: meglio mangiare e abbassare un po' le ansie che rimanere in una attesa inquieta di ciò che accadrà in futuro. Solo il decesso del padre fa scoprire ad Alice l’imprevedibilità delle vicende umane, da cui era stata protetta da una famiglia d’origine preoccupata più che altro di tenerla lontana da ogni possibile forma di sofferenza.
Il cambiamento avviene per gradi ma diviene via via più veloce nel corso dell’evolversi della psicoterapia; l’ostacolo era stato proprio l’uso autopunitivo e masochista che Alice faceva della propria obesità. Poco abituata ad esprimere le emozioni, non si era mai concessa di manifestare affetto nei confronti del padre malato e aggressività verso la madre soffocante ed eccessivamente premurosa. Sembra quasi che si fosse tenuta il vulcano dentro e che l’obesità la aiutasse a contenerlo dalle possibili spaventose eruzioni. Ingrassare le dava soddisfazione e al tempo stesso le permetteva di espiare le sue colpe.
Oggi dopo tre anni dalla fine degli incontri Alice è dimagrita tornando al proprio peso ottimale, è felicemente sposata e con un figlio ha recuperato una dimensione più serena della propria interiorità.
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