Psicologo, psicoterapeuta e sessuologo a Cento e Mirandola

La storia di Erika

"Nei racconti i nomi sono inventati e alcuni dettagli sono stati modificati al fine di non rendere riconoscibile la persona e tutelarne la privacy"

Oggi desidero raccontarvi la storia di Erika, una adolescente di 13 anni e mezzo molto vivace e spigliata nel modo in cui si presenta. Erika appare precoce nello sviluppo sia sotto il profilo psicologico che fisico. I genitori mi hanno chiesto di svolgere alcuni incontri con lei perché ha avuto un ritardo di due mesi nel ciclo mestruale. Allarmati l’hanno quindi sottoposta ad un test di gravidanza che per fortuna è risultato negativo.
Fin dal primo colloqui Erika mi confida aspetti della sua vita che mi lasciano un po' inquieto e preoccupato. Capelli neri e lisci raccolti in una coda, vestita completamente di nero, le unghie laccate di nero, il tratto pesante del mascara ad incorniciare gli occhi verdi mi confida di fare già da quasi un anno l’amore con il suo fidanzato, di due anni più grande di lei.

Erika non è una sbandata, è solo una ragazza precoce.

E’ figlia unica, il padre fa il giornalista e la madre docente universitaria. Entrambi lavorano molto intensamente e spesso la lasciano sola. Lei suona il pianoforte, va a lezione di danza e da grande vorrebbe diventare un avvocato.

Purtroppo i suoi genitori prima dell’interruzione del ciclo mestruale non si sono accorti dei segnali d’allarme lanciati da Erika. Se non altro avrebbero dovuto accorgersi del suo modo di truccarsi veramente eccessivo per una ragazza di 13 anni. E’ come un grido d’aiuto. Tra le altre cose la scuola aveva già convocato i genitori: Erika è una ragazza molto intelligente e prende ottimi voti ma durante le ore di lezione si annoia, chiacchiera coi compagni, disturba e si distrae vistosamente. Tuttavia entrambi i genitori vedendo che la figlia è piena di interessi e non è certo una ragazza apatica, non si sono preoccupati.

Con una certa frequenza Erika beve birra e bevande alcoliche insieme al fidanzato e di questo i genitori non ne sanno nulla. Ed è proprio questa influenza che il fidanzato sta esercitando su Erika che mi preoccupa.

La sessualità precoce fa parte della sua precocità a livello generale. Ed io sono preoccupato per il potere che il fidanzato esercita su di lei dal momento che in una preadolescente questo tipo di influenze può rivelarsi molto pericoloso. Eppure Erika non è l’unica, sono sempre più numerose le ragazzine precoci, tra i dodici e i quindici anni, che si vestono espressamente per sembrare più adulte. E si comportano di conseguenza, crescono troppo in fretta e sembrano non avere né voler avere limiti.

Erika tuttavia ha chiesto aiuto ed ha subito accettato molto volentieri di iniziare un percorso di psicoterapia con me.

I genitori non avevano capito che, proprio perché è molto dotata intellettualmente, Erika è in una situazione di grave pericolo. Così come un fiume scorre nel proprio percorso seguendo l’alveo e gli argini, in questi casi una autorità adulta è assolutamente necessaria per contenere questa precocità. Pedagogia ed educazione non sono solo sinonimi di proibizione: esse devono anche indicare le strade da percorrere nel rispetto dei tempi di maturazione. Erika si comporta come una ragazza che ha almeno cinque anni di più. Una vita sessuale completa a tredici anni dovrebbe venire considerata dalla famiglia un vero e proprio campanello d’allarme.

In genere quando vengo a sapere che un ragazzo o una ragazza hanno dei rapporti sessuali completi prima di aver compiuto i quindici anni sono inquieto. E non per ragioni morali ma per ragioni psicologiche. Questa società che vive nel mito dell’eterno adolescente, tollera e incoraggia gli eccessi dei teenager e il loro gusto di trasgredire. Al contrario sarebbe utile esercitare una autorità che non sia tirannica ma competente, dal momento che sarebbe giusto e fisiologico che gli adulti siano adulti e gli adolescenti adolescenti. In questa società invece si rischia che non ci sia più nessuno a rivestire un ruolo di autorevolezza e finiamo per assistere poi a degli eccessi di autoritarismo altrettanto deprecabili.

Le competenze genitoriali consistono nella capacità di riconoscere i bisogni dei propri figli e rispondere in modo sufficientemente adeguato. Per farlo i genitori devono mettere in campo diverse abilità utili ad accompagnare i figli nel loro percorso di crescita nelle diverse fasi evolutive. Si tratta quindi di competenze articolate, connesse alla propria storia di figlio che ogni genitore ha avuto, allo stile di attaccamento, alle caratteristiche della propria personalità, alla relazione col partner, alla situazione psicologica e sociale attuale, alle caratteristiche del figlio in termini di temperamento e risorse.

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Dott. Marco Lodi

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