Psicologo, psicoterapeuta e sessuologo a Cento e Mirandola

La storia di Elisa

"Nei racconti i nomi sono inventati e alcuni dettagli sono stati modificati al fine di non rendere riconoscibile la persona e tutelarne la privacy"

Elisa è una giovane signora di 33 anni, sposata, impiegata con soddisfazione presso l’ufficio amministrativo di un’azienda. Bella e al tempo stesso fredda e riservata, chiede di vedermi perché sente di avere un desiderio sessuale debole che le rende difficile avere rapporti sessuali con il marito con il quale è sposata da quasi 5 anni.

Il marito, inizialmente attratto dal suo aspetto attraente e dal suo fascino, ha iniziato ad essere stanco della scarsa partecipazione sessuale di Elisa e senza nascondere la propria insoddisfazione le ripete di avere l’impressione di fare l’amore con una estranea e di non sentirla coinvolta sul piano dell’intimità.

Dopo diversi colloqui Elisa mi confida che in realtà quando è da sola riesce ad abbandonarsi alle proprie fantasie sessuali che la portano facilmente all’orgasmo nella masturbazione.
Mi diventa chiaro come stia cercando di difendersi e di esercitare un forte controllo su di sé nel timore che gli altri possano scrutare i suoi pensieri e scoprire le sue fantasie sessuali. Elisa è spaventata dal giudizio che il marito potrebbe avere di lei se scoprisse la natura e l’intensità delle sue fantasie sessuali, per cui cerca di controllarsi in ogni modo. Quando ha un rapporto sessuale con il marito cerca di reprimere le proprie fantasie, allontanarle il più possibile. Questo eccesso di vigilanza inibisce però la sua risposta sessuale e così finisce per comportarsi in modo freddo e distaccato. Ed il marito si sente non apprezzato, non visto, non considerato.

Prima che con gli altri Elisa vive un difficile rapporto di intimità con sé stessa. Il piano della sessualità si scontra con una facciata rigida che a sua volta è in contrasto con il fascino della paziente, una donna bella e apparentemente di successo nel fiore degli anni.

Andando oltre il livello comportamentale nel corso della psicoterapia scopriamo insieme le motivazioni più profonde delle difficoltà di Elisa nell’integrare la propria femminilità. La sua ricettività è carente, la dimensione interna ha bisogno di essere nutrita rispetto a quella esteriore, l’essere è subordinato all’apparire. La mancanza dell’orgasmo durante i rapporti sessuali con il marito conferma la difficoltà ad integrare la sua personalità più profonda.
La difficoltà di stabilire rapporti basati sull’intimità è la dimostrazione della vulnerabilità che spesso si nasconde dietro ad un corpo affascinante.
Nell’espressione corporea o sentimentale emerge infatti tutta la rigidità interna di Elisa che aveva poca intimità con le proprie fantasie erotiche. Si vergognava di esse invece ce giocarci.

La sessuologia fornisce numerosi esempi delle difficoltà a raggiungere un’intimità affettiva che si verificano quando l’intimità sessuale è ostacolata da fantasie e tendenze sessuali negate o male integrate. Questo naturalmente porta delle conseguenze nella relazione di coppia, i partner si sentono e si vivono distanti uno dall’altro. E si rischia di perdere il benessere della vita di coppia, il senso dello stare insieme.

L’intimità impone l’abbandono della corazza che protegge il nostro nucleo più intimo, sede del pudore e della vergogna. Quanto più l’intimità è condivisa, tanto più l’altro ha libero accesso alle nostre cose segrete. Ma solo la pazienza e la tolleranza unite ad una buona stima di sé portano a vivere questa condizione del “mettersi a nudo” davanti agli occhi del partner come un’opportunità e non come una minaccia.

Le persone che credono di dover nascondere le parti di sé che ritengono inconfessabili, inevitabilmente vivono l’intimità, anche quella sessuale, come un rischio personale. E tendono a difendersi da tale rischio.

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Dott. Marco Lodi

Psicologo, psicoterapeuta
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