- Tensione motoria (irrequietezza, tremori, tensione muscolare);
- Stato di attivazione eccessivo (irrequietezza o “nervi tesi”, irritabilità o difficoltà di concentrazione);
- Con il tempo l’ansia e le preoccupazioni costanti possono contribuire a determinare un senso di eccessiva stanchezza, cefalea tensiva, disturbi gastrointestinali ed insonnia.
Il contenuto di tali preoccupazioni si estende solitamente a diverse aree di vita, quali:
- La famiglia;
- Il denaro;
- Il lavoro;
- La salute.
I criteri diagnostici per il disturbo d’ansia generalizzato proposti dal DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013) sono:
- Presenza di ansia e preoccupazioni eccessive, che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno sei mesi. Presenza di almeno due ambiti diversi di preoccupazione;
- La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione;
- L’ansia e la preoccupazione sono associate con almeno tre dei sintomi seguenti: irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno;
- L’ansia, le preoccupazioni e i sintomi fisici provocano una significativa riduzione della qualità di vita del soggetto;
- L’ansia non è dovuta agli effetti di una sostanza o a una condizione medica
- Il disturbo non è specificato da altre condizioni mediche di natura psichiatrica
Le persone che presentano questo disturbo si descrivono solitamente come persone sensibili, con tendenza al nervosismo ed alla preoccupazione cronica, detta anche rimuginio, che è una delle caratteristiche cognitive principali del disturbo d’ansia generalizzato.
Il rimuginio può essere definito come una catena di pensieri negativi, in forma preminentemente verbale, nei quali il soggetto si concentra sulla natura incontrollabile della preoccupazione e sul suo possibile ruolo nell’evitare gli esiti negativi degli eventi temuti.
Ciò che rende la preoccupazione patologica nel disturbo d’ansia generalizzato non è né il contenuto né il grado con il quale la preoccupazione è riconosciuta come irragionevole. E’ piuttosto la percezione che la preoccupazione sia eccessiva e incontrollabile.