Psicologo, psicoterapeuta e sessuologo a Cento e Mirandola

Bulimia

Cos'è la bulimia?

La bulimia è uno dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. Si caratterizza per l’eccessiva assunzione di cibo, le cosiddette abbuffate, seguite da condotte di eliminazione della quantità di cibo ingerita, con metodi quali il vomito autoindotto o l’uso di lassativi.
Questa patologia è difficile da riconoscere in quanto spesso le persone affette presentano un peso corporeo nella norma.
La bulimia nervosa è un disturbo dell’alimentazione che di solito insorge alla fine dell’adolescenza o all’inizio della giovinezza ed è molto più frequente nel sesso femminile (9 a 1 nel rapporto con il sesso maschile).

Diagnosi e manifestazioni

Secondo il DSM-5 per parlare di bulimia devono presentarsi i seguenti criteri diagnostici:

  • Le abbuffate ricorrenti consistono di mangiare per un determinato periodo di tempo quantità di cibo superiori rispetto alla norma. Ovvero un consumo di grandi quantità di cibo indipendentemente dalla percezione di fame e con la sensazione di perdita di controllo (ad esempio: mangiare un pacco intero di merendine subito dopo un pranzo completo).
  • L’individuo ha la sensazione di perdere il controllo durante l’abbuffata.
  • La presenza di condotte di compenso (o atti compensatori), finalizzate a neutralizzare gli effetti delle abbuffate, come il vomito autoindotto (che è il comportamento di compenso più frequentemente utilizzato), l’assunzione impropria di lassativi e diuretici, o la pratica eccessiva di esercizio fisico.
  • Una continua ed estrema preoccupazione per il peso e le forme corporee.
  • Le abbuffate sono vissute in genere con estrema vergogna e disagio; spesso sono associate a momenti di solitudine, di stress, di sensazione psicologica di vuoto o di noia, ed il cibo viene rapidamente ingerito in maniera scomposta, incoerente ed eccessiva.
  • Le abbuffate e gli atti compensatori devono verificarsi in media una volta alla settimana per tre mesi.
  • I livelli di autostima sono dettati dalla forma fisica e dal peso.
Solitamente si viene a creare un circolo vizioso con una alternanza tra abbuffate e comportamenti tesi a controllare il peso o a eliminare le quantità di cibo ingerito.
Tale circolo tende ad autoperpetrarsi tra preoccupazione per il peso, dieta ferrea, abbuffate e condotte di compenso. Paradossalmente la dieta ferrea aumenta la probabilità e la frequenza delle abbuffate.
L’esposizione ad una continua restrizione dell’apporto calorico ed alla perdita di peso è accompagnato da vissuti di depressione, ansia, ossessività, irritabilità, labilità dell’umore, sensazione di inadeguatezza, affaticamento, preoccupazione per il cibo, scarsa concentrazione, isolamento sociale e forte spinta ad abbuffarsi. Le persone con comportamenti bulimici generalmente hanno un peso normale, cosa che rende il disturbo più difficile da identificare (rispetto per esempio all’anoressia, facilmente individuabile per la significativa perdita di peso).

Bulimia come smettere

La psicoterapia si rivela un efficace trattamento per la bulimia nervosa.
L’obiettivo principale della psicoterapia in questo caso consiste in primo luogo nel normalizzare il comportamento alimentare. I pazienti devono riacquistare un atteggiamento accettabile nei confronti del cibo e modificare la convinzione che il peso costituisca l’unica o la principale variabile in base alla quale valutare il proprio valore personale.

Il primo passo consistono in interventi cognitivi tesi a interrompere il circolo vizioso restrizione-abbuffata-vomito. Vengono usate anche tecniche di automonitoraggio come i diari alimentari o la registrazione delle emozioni e pensieri che accompagnano i sintomi.

L’obiettivo è motivare e riabituare la persona ad una alimentazione corretta, regolarizzando la frequenza dei pasti e utilizzando attività alternative alle abbuffate o alle condotte eliminatorie.
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Dott. Marco Lodi

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